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QT n. 12, dicembre 2019 L’editoriale

Il Fugatti comprensivo

Stranamente morbido con i suoi avversari/predecessori sulla disinvolta e costosa gestione del bene comune, duro invece con i deboli e gli ultimi

Maurizio Fugatti

Dell’affare Artigianelli parliamo in questo articolo. A prescindere dall’approdo giudiziario cui arriverà l’iniziativa della Procura della Corte dei Conti, è uno scandalo politico, in linea con la prassi degli allegri sprechi pubblici in favore di privati ed enti amici (spesso religiosi) cui la Dc prima e il dellaismo poi (con la propaggine Rossi) ci aveva abituati.

Quello che fa specie invece è Maurizio Fugatti. Il governatore leghista, rispondendo a un’interrogazione di Filippo Degasperi si era nello scorso aprile trincerato da una parte dietro le stime del Comitato Tecnico della Provincia, e dall’altra dietro vaghi propositi di riutilizzo del mega rudere (“protocollo d’intesa avente ad oggetto la valorizzazione del patrimonio immobiliare e la condivisione di obiettivi strategici...”) e intervistato in queste ore, prosegue con il bla bla su “iter per un bando... ridare senso immobiliare” ecc.

Altro che “voltare pagina”, lo slogan con cui i leghisti avevano conquistato Piazza Dante.

O meglio. Prevedere un riutilizzo di unità immobiliari pubbliche fatiscenti, è cosa buona e giusta. Ma solo dopo aver denunciato, soprattutto in un governo che si vorrebbe “di svolta” lo spreco e le connivenze che avevano portato le precedenti amministrazioni a quegli scellerati acquisti.

Invece Fugatti, questa volta in perfetto stile doroteo, glissa sulle responsabilità giudiziarie (e fa bene) ma anche su quelle politiche di chi ha gettato nel nulla soldi pubblici: e qui fa male. E a questo punto anche i “bandi” per arrivare a improbabili utilizzi di costosi maxi ruderi, sembrano solo provvisori escamotage per evitare di prendere posizione sugli intorti tra potere politico e poteri economici (e religiosi).

È questa peraltro la linea che abbiamo visto negli anni d’opposizione del centro-destra. Sui rapporti tra dellaismo e poteri forti, un’opposizione di Sua Maestà: che non contestava, anzi invidiava, i discutibili rapporti che, a scapito dell’interesse pubblico, il doroteismo di Dellai e di Rossi coltivava con Isa e altre realtà privilegiate.

La Lega quindi, con Fugatti ha “voltato pagina”?

Sì, contro i deboli. Contro gli immigrati, come è tristemente noto. Ma anche contro le famiglie, anche trentine, in difficoltà. Eclatante l’ultimo provvedimento, di revoca dell’appartamento pubblico alle famiglie al cui interno un membro è stato condannato per reati connessi alla droga: se hai un figlio che si droga, tolgono l’appartamento a te e agli altri figli.

Una mostruosità giuridica ed umana, che non dovrebbe passare il vaglio della Corte Costituzionale. Ma che comunque indica una linea: guai ai poveri, ai deboli, ai diversi.

In compenso, massima comprensione (e condivisione?) verso i travasi di soldi pubblici nelle tasche dei potenti.

E comprensione anche verso i potenti proprietari delle autostrade venete e il loro sponsor Luca Zaia, che esigono in terra trentina la Valdastico; muso duro invece verso i piccoli Comuni trentini che sul loro territorio l’autostrada non la vogliono.

Forte con i deboli, debole con i forti.