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QT n. 13, 26 giugno 1999 Servizi

Rovereto: il tormentone della casa di riposo

La difficile guerra di resistenza per riportare alla normalità una struttura da sempre fonte di scontri e polemiche.

Qualcuno, a Rovereto, l'ha definito il tormentone della Casa di Riposo. E come dargli torto? In attività dal 1975, la struttura di via Vannetti ha saputo conquistarsi un posto privilegiato nelle cronache cittadine con buona regolarità e spesso per ragioni poco esaltanti.

In 24 anni di vita, i due commissariamenti e tutti i Consigli di Amministrazione, a parte uno, dimissionari prima della scadenza del mandato, dicono in maniera evidente che qualcosa in quella struttura non ha mai girato a dovere. Ed è forse per questo che l’attuale C.d.A. reclama con una nota di orgoglio il suo resistere senza dimissioni di un qualche componente da quando è in carica. Un anno, dunque, passato a resistere. Ma a che cosa?

Quale demone, in servizio permanente effettivo, si incarica regolarmente di complicare la vita della struttura di via Vannetti, visto che la storia della CSA è anche la storia delle tensioni tra amministratori e Direzione?

Alla luce dei fatti risulta piuttosto difficile scaricare la responsabilità delle tensioni di quest’ultimo anno sul C.d.A. attualmente in carica, nonostante Previdi e Finocchiaro, consiglieri verdi in Consiglio comunale, non perdano occasione per indicare proprio in questo organo. e nella sua Presidente, i responsabili di gravi manchevolezze. Che cosa è accaduto dunque in quest’ultimo anno? A che cosa resiste da un anno l’attuale C.d.A.?

Vediamo alcuni fatti.

Nel maggio dello scorso anno, scaduto il mandato del vecchio Consiglio comunale di Rovereto, il nuovo Consiglio nomina, come di sua competenza il nuovo C.d.A. della Casa di Riposo. A presiederlo viene chiamata Rita Farinelli, avvocato ed eletta in Consiglio comunale nella lista di "Cara Città". Ed il primo problema è subito lì, pronto e servito a dovere: i bilanci della CSA degli ultimi due anni (1996-7) non erano ancora stati approvati. Come mai? E’ presto detto: quello del 1997 perché non era stato approvato quello del 1996, e quello del ‘96 perché era stato commissariato dalla Provincia di Trento. Motivo del commissariamento: la Csa, aveva annoverato un credito di 700 milioni nei confronti del Comune di Rovereto per lavori eseguiti (l’immobile è di proprietà del Comune) e mai rimborsati. In realtà il comune di Rovereto non aveva rimborsato quell’importo perché la CSA, nel gennaio ‘96, aveva di sua iniziativa disdettato un protocollo d’intesa, a cui invece la stessa CSA si richiamava per reclamare quel credito.

Ma quello che conta è che il Commissario provinciale, alla fine di settembre, conclude dicendo che quella cifra non può essere inserita in bilancio: la CSA non può accampare quel rimborso e dunque, il nuovo C.d.A. deve approvare il bilancio senza tener conto di quei soldi. Tra l’altro, dello stesso parere del Commissario provinciale sono stati i revisori dei conti e la dott. De Pretis, esperta di diritto amministrativo, a cui era stato chiesto un parere ulteriore. Di fatto perciò in quel bilancio 1996 c’era un buco di 700 milioni; e se questo spiega la reazione del rag. Tomasini, direttore della Csa, che minaccia di denunciare il C.d.A., in caso di approvazione di quel bilancio, non spiega l’accanimento con cui Previdi e Finocchiaro, consiglieri Verdi a Rovereto, difendono la direzione del CSA, accusando il C.d.A. di non fare gli interessi della CSA, ma quelli del Comune. "Farneticazioni, insinuazioni inaccettabili", così l’avv. Rita Farinelli definisce le affermazioni dei consiglieri Verdi.

Difficile darle torto. In una opposizione inviata al C.d.A. il 19 maggio scorso, Previdi e Finocchiaro scrivevano, riferendosi alla questione dei rimborsi dichiarati illegittimi da parte del Commissario provinciale: "Il C.d.A. nominato (guarda caso) per 4/5 dal Comune di Rovereto e (sempre guarda caso) sostenuto dallo stesso assessore competente, non ha attivato nei confronti del Comune alcuna iniziativa per il recupero del predetto patrimonio, la Presidente nega addirittura l’esistenza del problema, accampando pretesti inesistenti e contraddittori... Appare quindi curioso che il solo direttore stia difendendo le ragioni dell’Ente, mentre il C.d.A. non sappia trovare di meglio che fare la guerra alla direzione, forse per tutelare invece le ragioni e gli interessi di altri enti in virtù di possibili intese politiche...".

Affermazioni disinvolte, visto che la legge, e non il caso, stabilisce che i membri del C.d.A.siano nominati dal Consiglio comunale e dal Comprensorio. Non solo: secondo quanto scrivono i consiglieri Verdi, il rag. Tomasini, come del resto già minacciato, "risulta che abbia interessato anche la Magistratura".

Anche per questo a Rita Farinelli non è rimasto che girare il testo dell’opposizione di Previdi e Finocchiaro al sindaco Ballardini e alla Commissione Affari Sociali per "un’esigenza di chiarezza dei rapporti e per evitare il proliferare di una conflittualità che serve solo a far lievitare la confusione". In ogni caso, il buco di oltre 700 milioni con cui è stato approvato il bilancio ‘96 si è riprodotto nel bilancio ‘97, mentre sembrerebbe quasi del tutto recuperato per il ‘98. Ma come è stato possibile recuperare nel ‘98 quel buco, visto anche che agli ospiti nel 1998 è stato restituito un milione e mezzo a testa? Una risposta bisognerebbe trovarla ed è possibile che essa sia dentro la Casa di riposo, non fuori.

Un’altra questione che il nuovo C.d.A. si è trovato davanti è stata quella dei volontari dell’associazione "Insieme per gli Anziani". Nata su ispirazione dei vertici della CSA, con la cognata del rag. Tomasini a far da tesoriere volontario, l’associazione ebbe il beneplacito del vecchio C.d.A. presieduto da Sfredda, con la quale la CSA aveva stipulato una convenzione che permetteva agli associati di prestare la loro opera all’interno della CSA. Trattandosi di un’associazione di volontariato che non poteva, perciò, ricevere pagamenti per l’opera svolta, venne prevista una forma di rimborso per le spese sostenute sia nella prestazione dell’attività volontaria, sia in quelle legate allo svolgimento dell’attività dell’associazione stessa, presentando, però, documentazione giustificativa.

Gli stessi volontari si calcolavano 3.500 lire per ogni ora di attività e su questa base presentavano scontrini di beni acquistati. Il problema è esploso quando si è visto che molte di queste pezze d’appoggio, presentate per i rimborsi, non avevano niente a che fare con l’attività svolta. Basti citare richieste di rimborso di 70.000 lire per depilazioni inguinali, due rimborsi, in un mese e per la stessa persona, da 70.000 l’uno, per la parrucchiera, vestiti da mezzo milione, ecc.

A dare una mano al C.d.A. nel risolvere questo problema che altre tensioni stava provocando, visto che la direzione giustificava il tutto affermando che i volontari dovevano presentarsi bene, è intervenuta la Provincia, invitandolo ad annullare tutte le delibere e la convenzione, perché questa associazione non era nemmeno iscritta all’albo delle associazioni di volontariato.

Come si vede, una sorta di ciambella venuta senza buco.

M

a per capire fino in fondo a quale tipo di degenerazione possano portare certe logiche in una struttura che è interesse di tutti difendere da beghe personalistiche, concludiamo con le osservazioni che i revisori dei conti hanno fatto analizzando la questione dei cosiddetti volontari di "Insieme per gli anziani": "Esaminando i gustificativi di spesa emerge che 1) la natura delle spese che vengono rimborsate ai volontari non sempre risulta inerente all’attività che può essere svolta dai volontari medesimi. Ad esempio, alcune delle spese relative alla "cura ed igiene della persona (colorazione dei capelli, ecc.) all’"abbigliamento e calzature", scontrini rimborsati nella voce "piccoli doni" che raggiungono in alcuni casi importi considerevoli.

2) Il numero delle ore rimborsate ai volontari appare in alcuni casi privo di dettaglio e quantitativamente eccessivo rispetto al normale periodo lavorativo mensile (ad esempio, n. 270,5 ore di presenza nel mese di febbraio del sig.... corrispondono a 10 ore di presenza media giornaliera compresi festivi e prefestivi).

3) Le indennità chilometriche liquidate risultano eccessive (ad esempio: al sig....nel mese di febbraio 1998 sono state rimborsate £ 1.410.000 pari a 1.538 chilometri a £ 916,81 a Km come da tariffa Aci".

E questa è solo una piccola parte di una spesa che è costata alla CSA 100 milioni. Al lettore il compito di capire a che cosa e a chi sta resistendo questo Consiglio di Amministrazione.