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La caccia ai “comunisti” continua

Giancarlo Innocenzi (Forza Italia) e la sua armata Brancaleone perseverano nelle accuse a Rai e Curia. E' solo masochismo?

"Io per formazione preferisco stare con i perdenti. In quel periodo, per coerenza, avrei scelto la Repubblica Sociale" - dice il consigliere provinciale di AN Piergiorgio Plotegher, lasciandoci credere che, se fosse vissuto altrove, avrebbe seguito le sorti dei Khmer rossi in fuga o dei terroristi di Bin Laden sotto le bombe americane. Con questa uscita, densa di retorica adolescenziale, ha voluto spiegare sui giornali la sua battutaccia sulla "plebaglia comunista" che infieriva sul cadavere di Mussolini. "Comunisti", del resto, sono a suo dire anche gli odierni diessini. E il futuro probabile leader provinciale di quel partito, il pacato, gentile, ex democristiano Marco Zenatti, afferma di condividere in pieno siffatti giudizi.

Giancarlo Innocenzi.

Ma quelle di Plotegher sono punture di spillo, petardi rispetto all’artiglieria messa in funzione per avviare una pulizia etnica nei confronti degli oppositori che qualcuno, a quanto pare, aspettava da una vita. Non si spiegherebbe, altrimenti, la virulenta, scomposta rozzezza con cui da più parti si è andati all’assalto della Rai e della Chiesa trentina. Due offensive disastrose, con i cannoni della destra che, almeno finora, hanno completamente sbagliato il tiro, sparando sulle proprie truppe.

Contro la Rai aveva dato il via all’attacco il sottosegretario alle comunicazioni Giancarlo Innocenzi (Forza Italia), seguito - nei modi consueti - da Erminio Boso. Con scarso successo. Allora ci ha riprovato Giacomo Santini, ed è stata la catastrofe. Nella redazione Rai di Trento - sostiene l’esponente di Forza Italia - "il 70% sta con Dellai, la Margherita e il centro-sinistra"; ma ora che la situazione è cambiata, "dovranno adeguarsi" (e cioè favorire la Casa delle Libertà?).

Sia vero o no che la maggioranza dei giornalisti del TG regionale sono, in privato, elettori del centro-sinistra (così come il caporedattore Tazzer è comunemente ritenuto molto vicino a Forza Italia), quale influenza concreta ha avuto tutto ciò sui notiziari?

Santini pretende di dimostrarlo: "In 5 anni da eurodeputato ho avuto 5 interviste dalla Rai di Trento. Una all’anno". Cioè una miseria. Ma subito viene smentito dai dati: in quei 5 anni Santini è stato protagonista di una cinquantina di servizi, che arrivano a 72 contando dal suo ingresso in politica nel ’94, con 32 interviste.

Nessuno, d’altronde, lo conforta: dal mondo giornalistico gli si fa concordemente notare che in un notiziario di mezz’ora in cui a Trento spettano 15 minuti, è comunque difficile, una volta esaurita le cronaca e l’ufficialità istituzionale, "fare politica". D’altronde, perfino il leghista Denis Bertolini non trova nulla da ridire: il TG3 nazionale - dichiara - è notoriamente partigiano, ma il notiziario regionale va bene così com’è.

Ma lo scontento di Santini va oltre la protesta politica, è lo sconforto esistenziale di chi si sente trattato da figlio della serva: "La redazione di via Perini - lamenta - è frequentatissima da esponenti politici del centro-sinistra, ci vanno a fare salotto, si comportano come se fossero a casa loro e la sensazione è di chi vuol far capire: ‘Qui siamo noi che comandiamo’". Fino a dire, con un imbarazzante candore: "Quante volte invece di intervistare me, i giornalisti della Rai andavano da gente di Alleanza Nazionale o del Patt!".

Il problema, insomma, sembra essere Giacomo Santini più che la Rai…

La faccenda più seria, quella dove compiutamente emerge tutto lo spessore culturale di questa destra, sono però le accuse di faziosità filo-comunista alla Chiesa trentina, su cui già si erano cimentati nelle scorse settimane Maurizio Perego e Giorgio Manuali, ricevendo tra l’altro in risposta, dal loro stesso compagno di schieramento Renzo Gubert, il consiglio di interrogarsi sul "come mai tanti preti come don Cristelli hanno difficoltà a riconoscersi nel centro-destra". Un saggio consiglio che Giancarlo Innocenzi ha ignorato, inaugurando un nuovo attacco con la famosa citazione tratta da un documento del Concilio Vaticano II ma erroneamente presentata come un passo della Genesi. ("La missione propria, che Cristo ha affidato alla Sua Chiesa, non è di ordine politico, economico e sociale: il fine che le è prefisso, infatti, è di natura religiosa": tipico stile biblico!). Una castroneria che riesce a sollecitare accenti ironici perfino nel sempre serioso Giorgio Grigolli: "Non lo immaginavo dottore della Chiesa… Neanche il sacrestano di Miola di Pinè sarebbe incespicato in un errore del genere… La differenza di qualche secolo: cosa da niente per un esperto di telecomunicazioni".

Qui il discorso è duplice. Nel merito c’è da constatare un atteggiamento ipocrita, da campagna elettorale, tale per cui quando la Chiesa o suoi singoli esponenti, partendo dai valori cristiani, prendono su certe tematiche (eutanasia, tossicodipendenza…) delle posizioni vicine alle proprie, allora compiono il loro dovere di incarnare nel mondo il proprio credo; ma se dicono cose sgradite, allora fanno politica, invece di "occuparsi di Dio e delle anime", come invoca Giorgio Manuali.

Criticare la globalizzazione e l’invadenza delle logiche di mercato significa stare dalla parte degli orribili no-global, "che in Italia sono rappresentati dal partito di Bertinotti" - sostiene bizzarramente Innocenzi.

Tra le infinite repliche a queste dichiarazioni, quella di Francesco Comina sull’Adige, che dopo avere sottolineato la "confusione mentale del sottosegretario alle comunicazioni", gli fa la lezione: "Se c’è un modo ideologico di combattere la globalizzazione del mercato e del profitto, ce n’è anche uno teologico perfettamente ortodosso e tale modo è scritto a lettere di fuoco in ogni versetto del Vangelo e della Bibbia, a partire dalla famosa opzione fra Dio e Mammona".

Più sbrigativo, don Agostino Valentini: "I preti possono pensare più a destra o più a sinistra, ma credo che la Chiesa nel suo complesso non possa non guardare a chi è povero"; e in ogni caso, se anche su certi temi i preti non possono in coscienza sostenere la destra, poco male: "Come se la Chiesa potesse manipolare le scelte politiche della gente… Non riesce a orientare neppure quelle morali!"

Fallito il tentativo "colto" di Innocenzi, le truppe cammellate tentano di coprire la ritirata sparacchiando come possono. Rolando Bonazza, coordinatore provinciale di Forza Italia, incurante o all’oscuro d’una storia ultrasecolare, dice che "la sinistra ha utilizzato la solidarietà per raccogliere consenso".

Maurizio Perego sviluppa il concetto, affermando che "la solidarietà è tutelata meglio dal centro-destra" e Giorgio Manuali ribadisce: "La sinistra si è sempre ammantata della capacità di avere maggiore attenzione ai problemi sociali, ma questo aspetto è demagogico. Il centro-destra è molto attento al sociale: il governo Berlusconi lo sta dimostrando".

Esiste poi un aspetto di metodo che, a parte lo scandalo e l’ilarità iniziali per l’errata attribuzione della famosa citazione, non è stato a nostro avviso abbastanza messo in rilievo. Com’è andata la storia della citazione sbagliata? Innocenzi - leggiamo sull’Alto Adige"si è giustificato dicendo che aveva dato degli appunti ai suoi segretari". Ma con appunti evidentemente così approssimativi, possibile che non si sia preso la briga di rileggere il suo scritto prima di mandarlo al giornale? Sia come sia, le sue parole "Ho trovato questo passo nella Genesi…" sono per forza di cose una menzogna, e allora ci viene da sospettare fortemente anche sugli altri suoi sofferti accenni misticheggianti ("Come uomo innanzituto, e come responsabile della cosa pubblica" sto compiendo "con fatica e con le mille contraddizioni tipiche della condizione umana… un percorso di fede…. Quando alla persona viene tolto il riferimento trascendente, essa diventa poco più che una goccia in un oceano"). La nostra curiosità non proviene da gusto per il pettegolezzo, ma dall’esigenza di capire come certi politici si rapportano ai cittadini; e il modo di Innocenzi ci pare assolutamente insultante: in sostanza una maldestra presa per il culo.

Forza Italia è riuscita ad accreditarsi come forza di rinnovamento in contrapposizione ad una sinistra demagogica e conservatrice: i suoi brillanti risultati elettorali lo dimostrano. Eviti, ora, di strafare col volersi presentare come naturale casa del mondo cattolico: un leader divorziato, che fa la televisione che sappiamo e che - come ricorda Franco de Battaglia - "manda i suoi figli alle scuole panteiste steineriane" non sono il miglior biglietto da visita. Anche i miracoli di Berlusconi hanno inevitabilmente un limite...