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La scuola in Val di Cembra

Efrem Zancanella

Sono il papà di due ragazzi frequentanti la scuola elementare e presidente del Consiglio dell’Istituto Comprensivo di scuola elementare e media della Valle di Cembra, tra i più grandi del Trentino per estensione territoriale e numero d’alunni, distribuiti su undici scuole tra elementari e medie. Ho appreso dalla stampa che l’otto ottobre, in 26 Paesi europei, si è svolta la prima Giornata europea dei genitori e della scuola, avente come finalità quella di promuovere iniziative volte ad unire famiglie e scuola, rafforzando la consapevolezza del ruolo fondamentale dei genitori per il miglioramento del servizio scolastico e dell’azione educativa.

Facendomi interprete delle sollecitazioni ricevute anche da altri genitori, voglio approfittare di quest’evento per cercare di dare il mio modesto contributo, facendo alcune riflessioni su alcuni dei problemi della scuola maggiormente sentiti dai genitori, ma non solo.

1. Va registrato con soddisfazione come quest’anno, per la prima volta, tutti i docenti di ruolo siano stati in servizio il primo giorno di scuola: a molti potrebbe sembrare una cosa normale, ma, visti i precedenti, rappresenta una positiva novità e di essa vanno ringraziati quanti si sono attivamente impegnati per raggiungere questo risultato; come genitori saremmo però ancor più felici se altrettanta puntualità si fosse realizzata anche nella formazione delle graduatorie e, conseguentemente, nella nomina degli insegnanti supplenti; è questa una carenza che i genitori riescono ad accettare con difficoltà, specie quando si tratta d’esigenze note da tempo, quali possono essere le maternità o gli insegnanti di sostegno.

2. Al di là di questi ritardi, che auspichiamo possano essere evitati in futuro, relativamente alla nomina degli insegnanti supplenti si ravvisa la necessità di un impegno comune in sede di contrattazione, affinché, d’intesa con le rappresentanze sindacali, si trovi il modo di coniugare le legittime necessità di salvaguardia di questi lavoratori precari con le altrettanto legittime esigenze di tutela degli interessi dei bambini. In qualità di rappresentante dei genitori non posso fare a meno di evidenziare come l’attuale disciplina contrattuale, preoccupandosi esclusivamente di tutelare un soggetto debole quale il lavoratore precario, sembra ignorare un altro soggetto ancor più debole, ossia il bambino, la cui formazione dovrebbe costituire l’obiettivo da raggiungere per ogni insegnante, di ruolo o precario che sia. Il fatto che non sia prevista alcuna differenza nell’attribuzione del punteggio tra chi accetta la nomina e chi la rifiuta, o abbandona l’incarico in una sede per assumerlo in un’altra, ritenuta, per vari motivi, più conveniente, appare deleterio, anzitutto per la qualità della didattica: in una stessa classe in un anno scolastico sono stati contati parecchi avvicendamenti di insegnanti della medesima disciplina, con conseguenze facilmente immaginabili.

La funzionalità stessa delle istituzioni scolastiche risente pesantemente di questa situazione, con un dispendio di energie e risorse economiche per gli uffici, costretti, soprattutto ad inizio anno, ad effettuare centinaia di telefonate ogni giorno, spesso con risultati deludenti.

3. Restando in tema, si ravvisa la necessità di trovare in sede contrattuale opportune forme di incentivazione alla stabilità del corpo docente; è questo un problema molto sentito non solo in Valle di Cembra, ma, credo, pure in molti altri ambiti territoriali periferici, in conseguenza della comprensibile tendenza di molti docenti abitanti in città o negli altri centri medio-grandi a lasciare al più presto possibile queste sedi disagiate per avvicinarsi al luogo di residenza; ciò impedisce la continuità didattica e l’instaurarsi di quelle dinamiche relazionali con i ragazzi, le famiglie ed il territorio necessarie ad una buona formazione, con ripercussioni negative sul rendimento scolastico e sul delicato equilibrio psicologico dell’età evolutiva, del quale i problemi di disciplina a volte lamentati rappresentano solo una conseguenza.

Lascio agli esperti di relazioni sindacali individuare possibili soluzioni, evidenziando che la situazione attuale non facilita certo l’avvicinamento tra scuola e famiglie.

4. Altra difficoltà tipica delle sedi periferiche come la Valle di Cembra è poi la maggiore difficoltà per accedere a musei, mostre e varie iniziative culturali, solitamente ubicate in città, dovuta a volte alla carenza di mezzi di trasporto pubblici ed, in ogni caso, al maggior dispendio di tempo e di denaro che i trasporti determinano.

5. Tutto questo, nonostante l’impegno profuso dalle Istituzioni scolastiche e da quegli insegnanti che resistono e cercano di far fronte alle difficoltà, finisce con l’instaurare una sorta di circolo vizioso da cui è difficile uscire: l’abbassamento della qualità scolastica spinge altri insegnanti alla "fuga", con ulteriore scadimento del livello qualitativo.

6. Si apprezza in linea di principio l’ulteriore valorizzazione dell’importanza delle lingue straniere, ma non si può fare a meno di segnalare, infine, come, in questo contesto, l’annunciata sperimentazione dell’insegnamento della seconda lingua straniera, oltre ai problemi già segnalati da altri, possa costituire ulteriore elemento di discriminazione tra le diverse zone del Trentino.

Concludendo, voglio auspicare che il Presidente ed Assessore all’Istruzione ed il Sovrintendente scolastico, che hanno assicurato piena condivisione e sostegno alla Giornata europea dei genitori, si adoperino fattivamente per superare le problematiche evidenziate, evitando di avere un’istruzione trentina che viaggia a due velocità: quella dei centri urbani e quella delle vallate.

Efrem Zancanella Presidente del Consiglio dell’Istituto Comprensivo Valle di Cembra

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