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Il prezzo dei farmaci

E inoltre: creme solari pericolose, gelati scongelati, autovelox, RC auto e moto.

Il nuovo Ministero della Salute ha emanato un decreto, che mette mano ad un problema molto sentito dai consumatori: il prezzo dei farmaci in fascia C, quelli a pagamento. Il decreto, approdato nei giorni scorsi al Consiglio dei Ministri, prevede il contenimento dei prezzi dei farmaci di fascia C, quelli che non hanno l’obbligo di ricetta medica. Tale decreto non basta certo a risolvere i gravi problemi della Sanità italia, in primis quello del caro farmaci.

I farmaci italiani hanno i prezzi più alti d’Europa e dovremmo incentivare la produzione ed il consumo dei farmaci generici, i quali, da soli, consentirebbero almeno un risparmio del 20%. Inoltre il boicottaggio dei farmaci generici da parte delle aziende farmaceutiche produttrici dei marchi già conosciuti e degli intermediari, di fatto, rende ancora più difficile la commercializzazione dei generici.

Senza contare poi l’ulteriore problema della disinformazione di molti medici e farmacisti che spesso non li conoscono o non li somministrano ai propri pazienti, anche per consuetudine.

Secondo noi, pertanto, è necessario accelerare il processo di diffusione dei farmaci generici delle confezioni monodose che evitano gli sprechi e, di conseguenza, aumenti ingiustificati dei prezzi a danno dei consumatori.

Il decreto, bloccando i prezzi fino a gennaio 2007, legittima di fatto l’aumento sproporzionato del prezzo dei farmaci, salvo poi indicarne, in un massimo del 20% la riduzione, a discrezione del farmacista. Molte perplessità lascia aperte il decreto testè varato; ad esempio:

- perché non si è decretato una percentuale secca sui prezzi, riconducendo a normalità le cose, anche rispetto ai prezzi medi europei?

- per quale ragione il farmacista dovrebbe, lui da solo, ridursi il guadagno, lasciando inalterati gli utili delle case produttrici?

- chi può controllare che il prezzo venga effettivamente bloccato o che il farmacista riduca il prezzo: saranno esposte liste dei prezzi bloccati o ridotti all’interno delle farmacie?

- è lecito chiedere ai medici di famiglia di occuparsi anche della salute " finanziaria " dei loro utenti-clienti allorché debbono comprare un medicinale di fascia C! E allora, perché non essere chiari nel Decreto dicendo che va prescritto il farmaco generico, salvo eccezione, e non il contrario? Infatti il farmaco di marca è quasi sempre sostituibile da quello generico: lasciare al medico di famiglia la discrezione di decidere la sostituibilità o meno equivale a trasformare lo stesso in un agente delle case farmaceutiche. Occorre notare inoltre che molti dei nuovi farmaci di marca hanno lo stesso principio attivo di quelli già passati tra i generici.

Creme solari: occhio alle sostanze cancerogene! C. G. di Pergine ci chiede se esiste un sistema per individuare se le creme solari, che vengono adoperate per proteggersi dai raggi del sole, contengono sostanze cancerogene.

Un nuovo allarme attende questa estate i consumatori italiani, e riguarda le creme solari. O meglio, alcune sostanze contenute nei prodotti per difendere la pelle dal sole, che in realtà potrebbero risultare nocive per la salute. Da una accurata indagine del settimanale Il Salvagente, che compara 12 prodotti di larga diffusione in Italia, si rileva che sul fronte delle creme solari non c’è tanto da sorridere, e alcune contengono sostanze che lasciano perplessi gli esperti. Tra le sostanze sospette troviamo le "fragranze allergeniche"; i PEG, che renderebbero la pelle più permeabile anche ai composti nocivi; i "parabeni", in genere combinati con il fenossietanolo, solvente antibatterico ma che secondo gli esperti avrebbe effetti negativi sul sistema riproduttivo; infine i liberatori di formaldeide, sostanze capaci di cedere questa molecola che il Cancer International Research Center classifica come cancerogena.

Sulla base di tali dati, e in forza del principio di precauzione, il Codacons ha chiesto al Ministero della Salute di avviare una indagine sulle creme solari commercializzate in Italia, al fine di accertare in quale misura tali sostanze, bocciate dagli esperti, possano rappresentare un rischio per la salute dei consumatori e, se necessario, disporne il ritiro dal commercio.

L’associazione ha chiesto anche l’intervento del Procuratore della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello, sicuramente il più competente in materia, affinché si attivi per tutelare la salute dei consumatori italiani.

G elati scongelati? G. R. di Trento vuole saper come accorgersi che la confazione di gelato ha subito un procedimento di scongelamento e come agire di conseguenza.

Il caldo è appena arrivato, ma sono già molte le segnalazioni di consumatori che riscontrano anomalie nelle confezioni di gelato acquistate. La maggior parte riguarda la fuoriuscita del gelato dal suo involucro, sia esso un cono o un rivestimento di cioccolato. Si tratta in questo caso di un evidente segnale di un precedente scongelamento. Certo, può anche capitare che questo accada nel tragitto dal supermercato al frigorifero di casa, ma i dubbi restano. Invitiamo, quindi, tutti i consumatori che presumono che la catena del freddo sia stata interrotta per colpa del supermercato, a contattare un’associazione di consumatori, la quale provvederà a segnalarlo ai Nas perché procedano alle opportune verifiche. Nel ricordare poi che sono molte le ipotesi di reato per chi mette in vendita cibi che hanno subito uno scongelamento, a cominciare dall’art. 444 del codice penale("Chiunque... pone in commercio ovvero distribuisce per il consumo sostanze destinate all’alimentazione... pericolose alla salute pubblica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni"),invitiamo il consumatore a non acquistare confezioni di gelati che presentano brina all’esterno o strani rigonfiamenti.

M ulte e autovelox. Molti consumatori si sono rivolti alle associazioni dei consumatori per avere lumi circa le notizie apparse sulla stampa in ordine alle multe praticate con l’autovelox.

La notizia secondo la quale, con decreti del Direttore Generale per la Motorizzazione, sono stati omologati il 16 maggio, per il controllo "da remoto", due dei più diffusi autovelox, il 104/C-2 e il 105 SE, merita una puntualizzazione. In sostanza ora può trovare pratica applicazione il Decreto Legge n. 121 del 20 giugno 2002 così come modificato dalla L. n. 168/2002. Ossia: "Sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali... gli organi di polizia stradale... possono utilizzare o installare dispositivi o mezzi tecnici di controllo del traffico, di cui viene data informazione agli automobilisti, finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni alle norme di comportamento di cui agli articoli 142 (sorpasso) e 148 (velocità) dello stesso decreto legislativo, e successive modificazioni".

In pratica mentre prima si potevano utilizzare quei due autovelox ma era necessaria la presenza della pattuglia della polizia, ora sarà possibile il vero controllo da remoto, ossia fare una postazione fissa 24 ore su 24 senza la presenza dell’accertatore. Le conseguenze possono essere milioni di multe.
Noi riteniamo opportuna la presenza degli autovelox per aumentare la sicurezza stradale e diminuire il numero degli incidenti, ma ricordiamo che l’importante non è incassare soldi facili, ma rendere più sicure le nostre strade. Non a caso nella legge c’è la frase "di cui viene data informazione agli automobilisti". Ossia, ci vogliono dei cartelli che avvisino l’automobilista della presenza dell’autovelox. In tal senso, considerata l’interpretazione restrittiva e sbagliata di alcuni comuni, come ad esempio Milano, secondo i quali l’informazione viene data nel momento in cui è pubblicata sul sito Internet del Comune stesso, invitiamo il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ad emanare una circolare esplicativa sul tipo di cartello che deve indicare la presenza dell’autovelox fisso.

A ssicurazione auto e moto devono diminuire! M.M. di Trento non si sa spiegare come mai le tariffe assicurative delle moto e delle auto aumentino in continuazione malgrado la diminuzione dei sinistri.

Ci preme anzitutto evidenziare un fatto positivo: le indicazioni dell’ ISVAP di mantenere la classe di merito relativamente alla propria polizza assicurativa anche per moto e motocicli.

Detto ciò, occorre anche constatare che le tariffe assicurative per le moto così come per le autovetture dovrebbero diminuire in misura considerevole. Infatti non è possibile che tali tariffe, da quando è stata introdotta la assicurazione obbligatoria, siano aumentate a dismisura toccando anche valori del 1000%, passando cioè dalle 60.000 lire del 1994 a 500/600.000 ed in alcuni casi scandalosamente a 1.000 euro nel 2005. Le compagnie di assicurazione devono smetterla con la loro politica esosa.

Le tariffe assicurative dell’auto sono aumentate dal 1996 ad ora del 131% e continuano ad aumentare malgrado la diminuita incidentalità che si è registrata negli ultimi tempi grazie anche all’introduzione della patente a punti.

I dati, resi noti recentemente dall’Ania, eliminano qualsiasi alibi delle compagnie di assicurazione circa la possibilità di riduzione delle tariffe rc auto in Italia. La stessa Ania, infatti, informa come la frequenza degli incidenti nel nostro Paese sia scesa nel 2004 all’8,73%.

L’associazione delle compagnie di assicurazione afferma inoltre che nel 2004 il costo medio dei sinistri liquidati è aumentato del 4,2%. Anche se fosse vero, quest’ultimo dato sarebbe positivo se confrontato con il + 7,5% fatto registrare nel 2003. Di fronte a questi numeri gli automobilisti avrebbero diritto a quella sacrosanta riduzione delle tariffe assicurative che dovrebbe scendere almeno del 20%, considerato il forte calo degli incidenti registrato non solo nel 2004, ma anche nel 2003.