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Uova e influenza aviaria

Precauzioni nell'acquisto e nell'uso delle uova. E inoltre: gli ultimi dispetti di Trenitalia.

La signora F. M. di Trento si dice disorientata per il continuo alternarsi di notizie, a volte rassicuranti, a volte allarmanti. Secondo noi è di primaria importanza che vi sia un’univocità di pensiero da parte della comunità scientifica su ciò che va fatto ed evitato in tema di sicurezza alimentare. Accade infatti di ricevere informazioni contrastanti anche a distanza di un giorno.

Nel caso dell’influenza aviaria, ci aspettiamo una risposta chiara che deve necessariamente considerare i temi della pericolosità del virus, della somministrazione dei vaccini e dell’utilizzo degli antivirali. Si necessita di informazioni che riguardino, oltre alle specie avicole, anche i loro sottoprodotti, quali le uova.

A questo punto, in attesa di maggiore chiarezza ed in applicazione del principio precauzionale, l’Intesaconsumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) ha deciso di dare alcuni consigli per cautelare il consumatore:

1. No a uova crude nel caso in cui il virus arrivi in Italia: attualmente, infatti, sono sicuri sia i polli italiani che le uova italiane. Se si verificasse questa malaugurata ipotesi, no quindi a uova poco cotte (ad esempio, uovo alla coque), tiramisù, maionese, carbonara, zabaione…; nei bar, quindi, evitate tramezzini, salse, vol-au-vent.

2. Etichette: ci sono svariati dati. I primi due sono quelli che contano. Su ogni uovo deve essere stampato sul guscio un codice che indica, nell’ordine, il sistema di allevamento e la sigla del paese (It per l’Italia). Il primo, però, è il più importante: 0 se la gallina proviene da allevamento biologico, 1 se allevata all’aperto (terreno con vegetazione), 2 a terra (ad esempio un capannone in cui le galline sono libere di muoversi), 3 in gabbia (o voliera, in pratica sono quelle in batteria, con uno spazio ridottissimo per ogni animale). L’ideale sono il numero 0 e 1. Consigliamo di non scendere comunque sotto il numero 2. Negli allevamenti intensivi, infatti, si abusa spesso degli antibiotici, per contrastare le malattie da sovraffollamento. Pare che aumenti anche il rischio salmonella.

3. Nome e indirizzo del confezionatore devono essere indicati in etichetta. Il confezionatore è il responsabile legale di ciò che arriva in commercio: se non è indicato, non acquistatele. In ogni caso, meglio acquistare uova allevate e confezionate in Italia.

4. No a uova sfuse. Le uova fresche appena portate dal contadino fanno gola e molti negozi le vendono. Ma in questo periodo è meglio acquistare solo quelle che hanno le etichette prescritte per legge e controllate.

5. Se riponete le uova in frigorifero, lasciatele nella loro confezione, per evitare il contatto con altri cibi o con le pareti. Ricordate che nel frigorifero dovreste separare i cibi cotti da quelli crudi. Quelli cotti, in particolare, dovrebbero essere avvolti in pellicola, carta stagnola o negli appositi contenitori con coperchio. Anche i liquidi debbono essere in contenitori coperti. I cibi cotti vanno riposti in frigorifero solo dopo che si sono raffreddati ed è meglio che siano collocati nelle griglie superiori. Il frigorifero andrebbe pulito, e dunque sbrinato, ogni sei mesi.

6. Controllate che il guscio sia pulito, in particolare da tracce di feci. Per precauzione, sciacquatelo comunque. Aprendolo, prestate attenzione a non fare entrare in contatto l’albume ed il tuorlo con la parte esterna del guscio. Gettate subito i gusci in pattumiera, senza appoggiarli sul lavabo.

7. Lavate le mani ogni volta che avete maneggiato uova. Il rischio salmonella c’è sempre. E’ un consiglio che vale anche quando tagliate carne o maneggiate, in genere, alimenti.

8. Bollire e non riscaldare. Se in frigorifero avevate dei cibi già cotti, anche se non sono a base di uova, riscaldateli facendoli ribollire per qualche minuto: non basta intiepidirli per uccidere i batteri. Dovete superare almeno i 70°.

9. Controllate sempre la scadenza. Ricordatevi che le uova devono essere ritirate dai banchi di vendita una settimana prima della data di scadenza. Se quindi per sbaglio ne acquistate una che sta per scadere, potete riportarla al negozio e farvela cambiare.

10. Controllate la freschezza. L’uovo si definisce fresco se la "camera d’aria", la pellicina posta tra l’albume e il guscio, non supera i 6 millimetri per tutta la durata della data di scadenza, che è di 28 giorni dalla deposizione. La dicitura "extra" indica che l’uovo è freschissimo (e dunque la camera d’aria non può superare i 4 millimetri), e che può essere commercializzato entro il settimo giorno dall’imballaggio (che avviene in 24/48 ore dalla deposizione).

Tre i metodi della nonna per verificare la frescheza delle uova.

- Osservare l’ampiezza della camera d’aria: più è ampia e meno l’uovo è fresco. Potete farlo anche prima di aprire l’uovo, in trasparenza (cosa utile al momento dell’acquisto).

- Secondo metodo: il tuorlo deve essere teso e convesso. Se invece è piatto o si apre, è meno fresco. - - Ultimo metodo: mettetelo in acqua e sale: se galleggia è vecchio, se va a fondo è fresco.

Un ultimo consiglio: è sana regola alimentare consumarne 4 a settimana. Non è vero che le uova siano nocive per il fegato o che facciano così male per il colesterolo. E’ più elevata la presenza di grassi insaturi, rispetto a quelli saturi. In ogni caso sappiate che più le uova sono piccole, più è bassa la percentuale di grassi.

Treni più lenti e più cari. R. G. di Lavis ci chiede se è vero che, dopo le cimici, dal 10 dicembre prossimo i treni subiranno un rincaro e risulteranno anche più lenti.

Con l’entrata in vigore, il 10 dicembre prossimo, del nuovo orario ferroviario, Trenitalia abrogherà gli interregionali sulla linea Milano-Bologna-Ancona, Milano-Genova-Ventimiglia e Milano-Genova-Sestri Levante, sostituendoli di fatto con IC plus (Inter City). Per il momento nella tratta del Brennero, a causa della pulizia delle vetture per le cimici, è sospeso l’espresso Bolzano-Lecce della notte, sostituito da un pullman fino a Bologna. Ci auguriamo che la sospensione temporanea non sia il presupposto per la soppressione di tale servizio, in quanto poco remunerativo (queste sono le conseguenze della privatizzazione...).

Sta di fatto che l’utilizzo dei treni a tariffa ordinaria verrà praticamente impedito nei seguenti modi:

- imponendo una "rottura di carico" a Piacenza o a Parma (nel caso della linea Mi-Bo-An), con l’aggravante che il treno che prosegue parte, nella maggior parte dei casi, pochi minuti prima di quello che arriva, in alcuni casi per soli 3-4 minuti;

- sulla Milano-Genova la "rottura di carico" si avrà a Genova verso la Riviera di Ponente (ex IR Milano-Ventimiglia ) e di Levante (ex IR Milano-Sestri Levante);

- sulla Milano-Genova le percorrenze dei treni IR verranno deviati via Novi Ligure, su un tratto di linea a binario unico, con aumento dei tempi di percorrenza di 25-30’.

Trenitalia giustifica questo assurdo progetto con la necessità di migliorare la puntualità dei treni sulle due linee, in quanto questi interregionali sarebbero di disturbo alla circolazione. Anche in questo caso, non vorremmo che tale giustificazione nascondesse l’intenzione di sopprimere altri treni interregionali, sostituendoli con treni più costosi.

In realtà, si può provare che l’attuale programmazione è tale per cui i treni interregionali non dovrebbero interferire con quelli di categoria superiore. Le situazioni di "conflitto" dipendono dall’ incapacità di Trenitalia di rispettare l’orario programmato, e se ciò vale per gli interregionali, non lo è di meno per Inter City ed Eurostar. I ritardi e i disservizi di questi ultimi costituiscono un dato di fatto più che provato.

Con questa operazione, gli utenti dei treni interregionali si troveranno, in molti casi, a subire di fatto il raddoppio del prezzo del biglietto, oltre alla penalità di dover prenotare obbligatoriamente il posto per viaggi a carattere poco più che locale. Aumento che, peraltro, sfuggirà al paniere ISTAT, che considera solo la tariffa ordinaria, e che si va ad aggiungere ad alcune modifiche, effettuate in questi ultimi giorni, della modalità di calcolo dei biglietti per viaggi misti IR+IC, con un aggravio di costi per il consumatore. Questo tipo di biglietto verrà infatti calcolato come somma di tratte indipendenti, anziché considerare il chilometraggio complessivo.

Nel momento in cui sta per aprirsi per l’Italia l’era dell’alta velocità, su molte tratte si finirà per pagare molto di più, aumentando, al tempo stesso, i tempi di percorrenza. Insomma, si pagherà di più per andare più piano!

E non è finita. Il sistema di emissione dei biglietti è fatto in modo tale da "oscurare" le possibilità di collegamenti mediante treni a tariffa ordinaria o regionale. La sommatoria di questo sistema, già di per sé giuridicamente discutibile, con la nuova programmazione degli orari sarà dirompente, in quanto al viaggiatore verranno proposte quasi esclusivamente relazioni con treni "di lusso".

A questo punto si rende necessario un confronto con Trenitalia a livello regionale e nazionale per modificare il progetto, ripristinando i treni interregionali e modificando immediatamente le procedure di emissione dei biglietti ferroviari con modalità più trasparenti.