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QT n. 6, giugno 2014 Servizi

“L’occhio della Valsugana”

Guida all’allegato a QT

Accade spesso che le faccende riguardanti la salute pubblica risultino ombrose e confuse. L’opuscolo “L’occhio della Valsugana” redatto dall’associazione ValsuganAttiva, che esce in allegato con il giornale di questo mese, vuol proprio mettere un po’ di luce sulla questione relativa all’inquinamento prodotto dall’Acciaieria di Borgo Valsugana e dalle svariate discariche presenti sul territorio.

Il lavoro nasce da una iniziativa privata di un gruppo di cittadini che, partendo da alcuni studi condotti sui terreni e nei corsi d’acqua (come il Rosta fredda), denunciano la presenza di metalli anche molto tossici per l’uomo.

Lo scenario a cui si assiste in Valsugana ormai da diversi anni è infatti complicato. Le analisi riguardanti l’impatto di inquinanti sull’uomo e sull’ambiente sono già di per sé complesse.

Ma, se a queste problematiche, si aggiungono valutazioni ambientali con risultati contrastanti (e falsi) e inchieste giudiziarie su presunti smaltimenti illeciti, alla fine, il cittadino si ritrova incapace di comprendere se esiste o meno un reale problema per la sua salute.

L’informazione, a questo punto, risulta essenziale per “comprendere cosa sta accadendo e cosa accadrà sul territorio [...] così ognuno potrà fare le proprie scelte (di vita e di voto) in modo responsabile” come si legge dall’introduzione dell’opuscolo.

La storia inizia da quattro inchieste della magistratura di Trento, di cui la più nota è stata denominata “Fumo negli occhi”, iniziata nel 2008 dalla Forestale di Vicenza. L’indagine si interrogava sull’inquinamento ambientale e sullo smaltimento illecito di rifiuti di lavorazione dell’Acciaieria di Borgo Valsugana.

Nel 2009 il Gip Marco La Ganga aveva posto sotto sequestro preventivo l’acciaieria e il laboratorio di analisi cliniche Chemie di Brescia, accusato di aver condotto indagini compiacenti e di aver quindi falsificato i risultati delle osservazioni.

Accanto a questi, furono poi posti sotto accusa anche quattro funzionari dell’APPA (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente). L’accusa era di abuso d’ufficio e concorso nelle emissioni non autorizzate, contestando ai tecnici di aver posto un limite, superiore ai limiti di legge, alle emissioni totali di diossine dell’Acciaieria. I processi si sono conclusi con il patteggiamento per falso e omissioni di cautele contro gli infortuni per il laboratorio di Brescia, con un risarcimento di mille euro ad ogni cittadino di Borgo per gli ex dirigenti dell’acciaieria e la caduta delle accuse per i funzionaria dell’APPA. Ma se i tribunali hanno accettato e sostenuto alcune tesi della difesa, ciò che è caduta è soprattutto la credibilità nelle istituzioni che ha costretto i residenti a far eseguire svariate analisi finanziate privatamente per essere sicuri dei risultati e per comprendere realmente quale e di quale entità è il pericolo per la loro salute.

Parallelamente a questa vicenda, il fascicolo informativo prosegue poi approfondendo il caso delle discariche inquinanti. Qualche tempo prima dell’inchiesta sull’Acciaieria, era già iniziata un’altra indagine nel sito di recupero ambientale di Monte Zaccon. Da questa investigazione, denominata “Tridentum”, emergeva come nella cava venissero depositate tonnellate di materiale inquinante provenienti dalle Acciaierie e da bonifiche di siti contaminati, trasformandola in una vera e propria bomba ecologica. L’opuscolo approfondisce l’argomento riportando le localizzazioni e pericolosità di altre discariche alcune note e altre meno venute alla luce anche grazie al costante controllo dei residenti.

Attualmente le acciaierie Valsugana, cambiata la proprietà, sono solo parzialmente attive, con una parte dello stabilimento ancora sotto sequestro mentre sulle discariche operando con coperture che rischiano di essere solo dei palliativi.

La questione non è stata completamente risolta e, se la concentrazione di polveri e i rifiuti prodotti siano altamente nocivi per la salute non è ancora stato riconosciuto a livello ufficiale. Risulta quindi fondamentale continuare con una puntuale informazione corretta.