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QT n. 12, dicembre 2020 Trentagiorni

Tanti giornali per un padrone solo

Avevano promesso indipendenza e autonomia delle testate, i fatti dimostrano che è rimasta lettera morta

Michl Ebner

Al netto di qualche squittio politico e sindacale, la concentrazione proprietaria della carta stampata in regione sta producendo i suoi effetti nel silenzio quasi totale.

Dal 1° dicembre è operativa infatti la fusione delle società proprietarie di Adige, Trentino e Alto Adige.

I quattro giornali della nostra regione sono tutti in mano, ormai da due anni e mezzo, a Michl Ebner, gran patron della stampa sudtirolese (il Dolomiten è un gioiello di famiglia da sempre) e uomo d’affari dalle molte attività, attraverso la capogruppo Athesia.

L’acquisto del giornale L’Adige, a luglio 2018, aveva completato il tassello mancante. E aveva fatto sollevare qualche sopracciglio. Ma niente di più. Con quell’acquisto Ebner si era ritrovato a controllare quasi tutta la carta stampata regionale, oltre a Radio Dolomiti e alla concessionaria di pubblicità dell’Adige. Col piccolo vascello del Corriere del Trentino unico rimasto fuori dal controllo della famiglia Ebner.

Per il Trentino il cambiamento è, oseremo dire, storico: da circa un secolo infatti i trentini erano abituati ad avere più voci autorevoli, nel panorama dell’informazione locale. Praticamente l’unica zona d’Italia dove questo avveniva.

Al tempo dell’acquisto dell’Adige, Michl Ebner aveva promesso indipendenza e autonomia delle testate.

Non possiamo dire, con fatti accertati, che questa promessa sia già stata infranta.

Ma certamente, a lato della fusione, ci sono fatti indicativi. In particolare la decisione che dal 1° dicembre, in contemporanea con l’operatività della fusione, ci sarà una sola redazione web per le tre testate e i giornalisti che nei tre giornali si occupano della rete saranno chiamati a occuparsi delle notizie da pubblicare in modo indifferenziato. Molti dettagli operativi sono ancora da definire, ma il passo è lungo e ben disteso: di fatto la formazione di un’unica redazione web per i tre giornali.

Di questo, dice il sindacato dei giornalisti, si tratterà in un incontro tra la proprietà e i rappresentanti sindacali entro gennaio. A giochi fatti.

Su un controllo così accentrato della stampa locale la politica ha detto poco o niente. Dichiarazioni preoccupate di Pd e Cinque stelle in passato e l’annuncio recente della Lega di una interrogazione al presidente del Consiglio Conte per sapere come intenda garantire il pluralismo dell’informazione in regione.

Ma per fermare la potenza dei numeri (che ovviamente dicono che fare un solo giornale costa meno e rende di più che farne due, considerato che il proprietario è lo stesso) ci vuole ben altro che dichiarazioni preoccupate e petizioni a palazzo Chigi.