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Come ti ribalto la realtà

La pillola RU486, Dellai, Cogo e la stampa locale. La quale - “Trentino” a parte - ci fa una figura barbina.

Sul contrasto Dellai-Cogo a proposito della pillola abortiva scriviamo diffusamente nel servizio d’apertura (La fragilità del Presidente). Qui vediamo invece come la cosa si sia ripercossa sui quotidiani locali. Riassumiamo gli estremi della vicenda: la vice-presidente della Giunta provinciale Margherita Cogo, a margine di un dibattito televisivo, si dice favorevole ad adottare la pillola Ru 486 anche in Trentino, e annuncia una sua prossima proposta in Giunta. Il presidente Dellai replica a muso durissimo ("La pillola abortiva non è e non sarà all’ordine del giorno"), e toglie alla Cogo il diritto alla parola ("Gli assessori parlino delle cose di loro competenza"), pena il licenziamento in tronco, minacciando"la revoca delle deleghe".

L’uscita del governatore provoca un’alzata di scudi pro-Cogo da parte degli alleati. Dellai, isolato e debole nel merito della questione, dopo due giorni capitola: "Pillola abortiva, c’è il via libera" titola in prima pagina il Trentino del 5 novembre, e l’occhiello chiarisce: "Ci vorrà la richiesta del ginecologo. Soddisfazione della Cogo che vince il confronto con il presidente Dellai". All’interno il giornale spiega: "La pillola abortiva in provincia non sarà sperimentata. Ma la novità, per molti versi clamorosa, è che sarà importata dall’estero e somministrata nei nostri ospedali a fronte di una decisione del ginecologo che ritenga la Ru 486 più sicura dell’intervento chirurgico." A chiarire gli ultimi dubbi, ci pensa un’intervista al primario ginecologo del S. Chiara: "Dal punto di vista medico e organizzativo non ci sono ostacoli... nel mondo quasi 4 milioni di donne hanno già abortito utilizzando la pillola e le controindicazioni sono limitatissime". Nel merito sanitario, quindi, la cosa dovrebbe essere chiara. E anche la lettura politica. Da una parte un Dellai che "faceva buon viso a cattivo gioco" accampando scuse penose ("Non sapevo bene cosa fosse questa pillola"), dall’altra "una Cogo che consumava (le si leggeva in viso) la sua rivincita".

Tutto chiaro? No. In contemporanea su L’Adige va in scena tutta un’altra storia. Il quotidiano infatti relega la notizia a pag. 27, e sotto il titolo ambiguo "Sì alla pillola solo se lo vuole il medico" (perché, qualcuno chiedeva di abortire senza controllo medico?) e il sottotitolo corretto "Se c’è l’ok dello specialista paga il servizio pubblico", si svolge uno strampalato ragionamento, secondo cui, dal momento che si è deciso "di non attivare la procedura di sperimentazione", allora " non cambia la politica sanitaria della Provincia sulla pillola Ru 486".

Ma come? Prima dell’intervento della Cogo nessuna donna in Trentino aveva mai assunto la Ru 486, anzi l’eventualità era (a sentire Dellai) improponibile, pena la cacciata dell’assessore che osasse accennarne; e ora si decide che, previa ricetta, la pillola è a disposizione, e gratuitamente, all’uopo importata dall’estero dalla Pat, e per L’Adige non cambia nulla? Solo perché si è contestualmente deciso di "non attivare la sperimentazione"? Ma cosa c’è da sperimentare su un prodotto già utilizzato con successo da quattro milioni di donne? A L’Adige non passa per la testa che la sperimentazione attuata a Torino altro non è che un escamotage per superare il no nazionale alla pillola? E che la decisione trentina (in linea con la legge sull’aborto) supera l’ipocrisia della sperimentazione?

In un riquadro sottostante L’Adige passa poi a esaminare i risvolti politici della vicenda. E, ribaltati i fatti, ne consegue un commento altrettanto ribaltato: se la politica della Pat sulla pillola non cambia, ne segue che dello scontro con Cogo è Dellai il vincitore; e quindi il commento (di Paolo Micheletto, come l’articolo principale) è tutto improntato a sottolineare la bonomia del Presidente, che dopo aver dato "una registratina" alla vice, responsabile di "fibrillazioni elettoralistiche", può concludere sollevato che "ora va meglio". Al presidente, "fare la guardia agli assessori da qui fino al prossimo aprile non gli va proprio" osserva Micheletto.

Insomma, un Dellai forte e tranquillo, paterno vincitore; tutto il contrario del politico colto in fallo, che bofonchia scuse descritto dal Trentino.

A completare la frittata ci pensa Il Corriere del Trentino. Che ancor più platealmente sposa la teoria del "nulla è cambiato" ("Pillola abortiva? La terapia è possibile dal 1997" è il titolo) e della vittoria di Dellai ("La Cogo, che aveva chiesto di attivare la sperimentazione al S. Chiara, fa buon viso a cattivo gioco", anche qui esattamente l’opposto del Trentino). Poi in una replica a un’indignata lettera di una lettrice pro-Cogo, ci mette del suo lo stesso direttore Enrico Franco, che incensa il presidente ("Ha solo richiamato il suo ‘braccio destro’ e gli assessori a non attizzare polemiche improvvisate a fini propagandistici" ) e lapida la Cogo, trovatasi infine "costretta ad un’imbarazzante retromarcia essendo venuta a mancare la materia del contendere. Perché – sentenzia Franco – la pillola per l’aborto farmacologico in Trentino è disponibile, a precise condizioni, ben prima che Margherita Cogo ne declamasse l’utilità."

Con il che la scissione tra parola scritta e realtà di fatto diventa totale.