Dopo il rapimento delle due Simone: le Ong, le manifestazioni congiunte con gli islamici, la possibilità di sfuggire alla spirale terrore-odio-guerra. La lezione, i limiti, il nuovo importantissimo ruolo delle esperienze di volontariato internazionale.
Il terrorismo, purtroppo, è una strategia militare di cui molti (ieri come oggi) si sono macchiati. Presentarlo come il grande Nemico nasconde le vere cause dell’instabilità mondiale.
Dal male della guerra irakena sortisce il bene di una pur limitata, ma significativa, prova di democrazia. Ma il giudizio complessivo sulla guerra di Bush non può cambiare.
Riflessione dopo la morte di Nicola Calipari, uno tra i tanti orrori irakeni, solo per noi più doloroso. E la causa prima di tutto è sempre quella: la guerra preventiva.
E intorno, un’America in difficoltà, che però non può, tirarsi indietro, un’Europa interventista che rimpiange di non aver ascoltato la saggezza di Chirac e Schroeder, e una Russia che rialza la testa. E una Cina che incombe.
L'invasione dell'Irak, un'avventura criminale, per di più fallita. E non serve a nulla piangere i morti: il nuovo governo faccia l'unica cosa saggia e doverosa, andare via.
Il caso dello scrittore Orhan Pamuk ci parla di noi, della Turchia, di quale Europa vogliamo costruire. Da L’altrapagina, mensile di Città di Castello.
Se lo scopo è distruggere i Taleban, 30.000 soldati sono assolutamente insufficienti. Se è invece la pacificazione, l'azione militare di stranieri ferisce l’autonomia di un popolo e ne perpetua la disgregazione. E allora?
Un film toccante, istruttivo, su una banda musicale egiziana che si perde in terra di Israele e ripara presso i coloni di un kibbutz. In scena non i problemi politici, ma i rapporti, le relazioni, i fallimenti di due gruppi di persone spaesate, nella storia e nel deserto.
La realtà del mondo islamico, dall’Iran al Pakistan, sta imponendo all’America un’inversione di 180° nella strategia. E il nuovo governo (di destra) israeliano?
La Turchia sotto Erdogan: uno sviluppo straordinario, con metà della popolazione che vive nelle città. Un modo di vivere “laico”, ma col peso di una religione che non prevede la separazione tra sè e lo stato. Da “Una Città”, mensile di Forlì.
Il ritorno dell'irrazionalità , anti seminiamo e miti etnico-religiosi. E la perdita di credibilità dell'America, incapace di controllare la destra israeliana.
Il tragitto che ha portato un giovane palestinese, nato e vissuto in regime di occupazione, alla scelta della non violenza come lotta per la difesa dei diritti del suo popolo.?Da “Una Città”, mensile di Forlì