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QT n. 2, febbraio 2022 Cover story

L’appassionato impegno di Giampiero Mattei

Da Hu Xupai all’inchiesta “Perfido”, ricordo dell'avvocato che fino all'ultimo si dedicò, con passione e con realismo, a difendere gli oppressi.

Quando varcammo la soglia del suo studio accompagnando Hu Xupai, operaio cinese del porfido pestato selvaggiamente la sera del 2 dicembre 2014 all’interno del cantiere della Balkan Porfidi, con grande onestà l’avv. Giampiero Mattei espose il suo scetticismo: possibile, con un’azione legale, ottenere, realmente, giustizia, quando il torto è stato subito da una persona con pochissimi mezzi? Mah…

Nonostante questo e malgrado Hu Xupai non fosse in grado di pagarlo, si prese carico del suo caso, con passione e rigore professionale; e ottenne la condanna dei responsabili in primo grado, in Appello e in Cassazione.

Ma come aveva predetto, questo non portò giustizia allo sfortunato operaio. Nonostante la condanna a 2 anni e 8 mesi, i tre responsabili non subirono restrizioni alla loro libertà (solo uno è finito in carcere perché coinvolto nell’indagine “Perfido”) e dei 34 mila euro di salari non percepiti (ricordiamo che l’operaio fu brutalizzato perché osava richiedere il pagamento dei soldi dovuti), fino ad ora Hu Xupai non ne ha visto nemmeno l’ombra, così come dei 20 mila riconosciutigli per i danni fisici subiti (solo da alcuni mesi riceve 150 euro mensili da uno dei condannati che ha avuto accesso alle misure alternative).

Tuttavia l’impegno di Mattei fu tutt’altro che vano: quella vicenda giudiziaria squarciò un velo di complicità e ambigue relazioni; per la prima volta emerse, in tutta la sua brutalità, la degenerazione di un sistema caratterizzato, oltre che dal diffuso malaffare, anche da uno sfruttamento schiavista dei lavoratori immigrati: “riduzione in schiavitù” è infatti uno dei reati contestati nel processo attuale.

Avv. Giampiero Mattei (Foto Panato)

Mattei infatti andò oltre la difesa dell’operaio. Si immerse in un minuzioso esame dei documenti ufficiali - testimonianze, tabulati e registrazioni telefoniche -, li confrontò con la testimonianza di Hu Xupai e con la realtà topografica dei luoghi, e alla fine, senza clamore come era suo solito, nel 2016 presentò un dettagliato esposto-denuncia nei confronti dei Carabinieri della Stazione di Albiano.

Quello fu un altro passaggio a suo modo storico nel contrasto al crimine in Trentino: per la prima volta, con un atto ufficiale, si ipotizzava la condiscendenza di settori di apparati statali verso azioni criminali. Oggi quei militi sono indagati per omissione di soccorso, omissione di denuncia di reato, favoreggiamento, con la pesantissima aggravante di aver agevolato attività mafiose.

Non sappiamo quali saranno gli esiti di questi procedimenti; conosciamo però di più, molto di più, grazie all’operazione “Perfido”, sui legami, condizionamenti, collusioni, che - ben oltre i comportamenti di alcuni carabinieri - hanno permesso l’insediamento e lo sviluppo della rete criminale dedita, tra le altre cose, a quel brutale sfruttamento.

L’impegno di Mattei non finiva qui. Giunti all’attuale processo, malgrado la malattia della quale ha sempre taciuto fino a quando non gli ha impedito di raggiungere il suo ufficio, e nonostante non gli siano mai state liquidate le spese legali pur riconosciute in giudizio, si è reso immediatamente disponibile a rappresentare i lavoratori riconosciuti parte offesa.

Sarebbe stata una strada irta e difficile, diceva, e non solo per le sue condizioni di salute, rispetto alle quali si era in parte tutelato facendo condividere all’avv. Giudiceandrea il peso di tale “avventura” giudiziaria. Ha lavorato fino all’ultimo sulla parte degli atti d’accusa che era riuscito a procurarsi, comunicandomi le sue conclusioni ma anche la previsione che lui il 21 non sarebbe entrato nell’aula della Corte d’Assise.

La sua voce, solitamente calda e dal tono pacato ma deciso, confermava le sue parole rivelando stanchezza e dolore. Purtroppo ebbe ragione: ci lasciò una settimana prima. Eppure in quell’aula, per me, Giampiero Mattei era ben presente: la sua etica professionale, la sua dirittura morale e la sua umanità ci saranno d’esempio e ci guideranno ancora su quella strada che aveva saputo percorrere con tanta capacità, umanità e dedizione.